Un gruppo di ricerca dell'Università di Yale coordinato da Johanne Weidhaas ha scoperto che la presenza di un particolare marcatore genetico è in grado di predire il successo della terapia oncologica in donne malate di cancro all'ovaio. I ricercatori hanno studiato una variazione nel gene KRAS, gene noto in oncologia perché in grado di promuovere la formazione di tumori quando mutato. Le donne portatrici della variazione rs61764370(G) sono tre volte più resistenti alla chemioterapia con platino - il trattamento standard per il tumore all'ovaio - rispetto alle donne prive della variante. Prima di questo studio, non si conoscevano varianti genetiche capaci di spiegare la scarsa efficacia della terapia in alcune pazienti: l'analisi del gene KRAS potrà dunque riconoscere queste pazienti, e indirizzarle eventualmente verso altri tipi di cure attualmente in fase di sviluppo. I ricercatori sono ottimisti per quanto riguarda la messa a punto di una terapia alternativa: il team di Weidhaas è infatti riuscito a contrastare l'effetto deleterio della variante e ad arrestare in vitro la crescita delle cellule tumorali, colpendo in modo specifico il gene KRAS con la variazione. Nella ricerca, pubblicata sulla rivista "Oncogene", si legge che le donne in post-menopausa portatrici della variante - presente nell'11% degli europei - hanno un probabilità più elevata di morire di cancro all'ovaio.

Fonte Oncogene