Uno studio pubblicato sulla rivista Nature e coordinato da Kari Stefansson, CEO dell'azienda deCODE Genetics, descrive una nuova mutazione genetica che sarebbe in grado di proteggere il fortunato possessore dall'insorgenza del morbo di Alzheimer, malattie neurodegenerativa di cui soffrono circa 30 milioni di persone al mondo. I ricercatori hanno scoperto la mutazione protettiva analizzando il DNA di circa 1800 islandesi, e hanno poi valutato la sua frequenza in diverse popolazioni della Scandinavia: in Islanda, lo 0,5% degli abitanti è portatore della mutazione, mentre la percentuale si abbassa leggermente se si considerano finlandesi, svedesi e norvegesi. Per queste persone raggiungere gli 85 anni senza soffrire di Alzheimer è cinque volte più probabile rispetto a chi non possiede la variante fortunata. Inoltre, più in generale, i portatori hanno meno problemi cognitivi dovuti all'età, come la perdita di memoria, e ottengono risultati migliori nei test di valutazione che si somministrano ogni anno nelle case di riposo. I ricercatori sperano che questa scoperta possa accelerare la messa a punto di una cura per l'Alzheimer, attraverso trattamenti farmacologici in grado di simulare l'effetto benefico della mutazione individuata.

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